Epistolari e carteggi

 

Elena Pontiggia (a cura di), Giorgio de Chirico. Lettere 1909-1929, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2018

Il volume presenta oltre 450 lettere di Giorgio de Chirico, sia di natura professionale che privata, degli anni 1909-1929, nella loro lingua originale: italiano, francese, tedesco e greco moderno (con traduzione in italiano).

“Leggere le lettere di de Chirico del cruciale ventennio 1909-1929 – scrive Elena Pontiggia – è come compiere un viaggio nella pittura e nel pensiero del Novecento. È un viaggio di sola andata, perché se i destinatari (Apollinaire, Soffici, Papini, Carrà, Breton, Eluard, per ricordare solo qualche nome) conservano le carte con cura e le consegnano alla storia dell’arte, il mittente non tiene neanche un foglio degli illustri interlocutori. Eppure, nonostante l’ininterrotto monologo, le sue carte ci dicono molto. Le lettere ci fanno arrivare precocemente al cuore di quell’ideale classico che si afferma nell’Europa del dopoguerra e ha in de Chirico uno dei suoi padri.”

Lettere originali in italiano, francese, tedesco e greco moderno (con traduzione in italiano)

Recensioni sul sito della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico

Editore: Silvana Editoriale

Collana: Biblioteca d’arte contemporanea

Prefazione di Paolo Picozza

Postfazione di Elena Pontiggia

445 pag., cm 16,8x24 Brossura con alette

ISBN: 978-88-3664-164-2

 

 

Giuseppe De Luca - Giovanni Papini, Carteggio II, 1930-1932, Tomo Terzo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2016

Questo secondo volume del carteggio tra don Giuseppe De Luca e Giovanni Papini documenta un passaggio cruciale della vicenda personale e del sodalizio intellettuale di quelli che furono due tra i maggiori protagonisti della cultura italiana tra le due guerre: il primo, sotterraneo ma tenace tessitore di un dialogo tra cultura cattolica e cultura laica; il secondo, celebre ma controverso scrittore e convertito. L'incontro di due figure pur così differenti per cultura, carattere, itinerario di formazione e ruolo pubblico alimentò un fitto intreccio di riflessioni, discussioni e reciproche confidenze sui rispettivi ruoli e su alcune tra le questioni allora di più viva attualità. Dal denso scambio epistolare emergono infatti temi quali la polemica antidealista contro Croce e Gentile, il conflitto tra Chiesa e fascismo sull'Azione cattolica, il mito della romanità, il confronto ormai ineludibile del cattolicesimo con la modernità. Attraverso il dialogo dei due intellettuali si snoda anche la prima stagione del "Frontespizio", che in buona parte proprio grazie al loro contributo sarebbe diventata una tra le più importanti riviste cattoliche degli anni Trenta. Partecipando da protagonisti al "risveglio" della cultura cattolica dopo la Conciliazione e concependo entrambi la propria azione come un'opera di apostolato "ai confini del Regno" da condurre attraverso la cultura e l'arte, essi seppero utilizzare gli spazi offerti ai cattolici dal regime negli anni del suo maggiore consenso, ma restandone in diversi modi coinvolti.

Indice

Recensioni sul sito dell’editore

 

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Anna Scarantino

XII-180 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788863728019

Carteggio II, Tomo Secondo, 2015

XII-292 pag.

ISBN: 9788863727999

Indice

 

Carteggio II, Tomo Primo, 2015

CXXVI-242 pag.

ISBN: 9788863727975

Indice

Carteggio I, 1922-1929, 2005

XXIII-380 pag.

ISBN: 9788884982384

A cura di Mario Picchi

 

Simonetta Bassi,  Immagini del Rinascimento. Garin, Gentile, Papini, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2013

«Sono qui raccolti gli epistolari intercorsi fra tre importanti rappresentati della cultura italiana Giovanni Papini, Giovanni Gentile ed Eugenio Garin. Le loro ricerche e anche le loro vite si intrecciano variamente: i primi due hanno imparato a conoscersi e a diffidare l’uno dell’altro fin dall’inizio del secolo; più tardi, soprattutto fra gli anni Trenta e Quaranta, si apre per loro una nuova stagione di confronti – in modo particolare su questioni di storiografia rinascimentale – che vede coinvolto anche un giovane, ma promettente, studioso come Eugenio Garin. […] È proprio l’azione umana quella che risulta, dalle interpretazioni di Papini, di Gentile, di Garin, un elemento caratteristico, anche se diversamente modulato, dell’età rinascimentale. La prassi e la cornice in cui essa è inserita è il problema che sottende, da diverse prospettive, le letture dei tre autori. Diverse sono le opzioni interpretative che essi hanno proposto: Papini innesta gli esiti migliori del pragmatismo – che Garin ha definito filosofia della libertà perché libera dalla stretta positivistica della meccanicità della legge naturale e permette di aprire alle istanze dello spirito – su una forte esigenza religiosa personale per leggere il Rinascimento come età caratterizzata da un determinato tipo di artista che opera attraverso l’imitazione dell’attività creatrice del Padre; Garin vede garantita attraverso l’intreccio di ermetismo, neoplatonismo e dottrine dei padri la possibilità di una dimensione attiva dell’uomo caratterizzata dalla libertà e dalla proiezione morale e civile; Gentile invece risolve la prospettiva dell’azione umana all’interno dell’attività creatrice del pensiero come processo di autoformazione e di autoconoscenza».

dall’Introduzione di Simonetta Bassi

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Storia e Letteratura

Introduzione di Simonetta Bassi

XX-1482 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788863725247

 

 

Giovanni Papini - Giuseppe Prezzolini, Carteggio. III 1915-1956. Dalla Grande Guerra al secondo dopoguerra, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2013

Terzo volume del Carteggio tra Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini relativo agli anni 1922-1956, comprende 609 lettere, che testimoniano lo scambio tra due dei più importanti protagonisti del Novecento. Formulate tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, il dialogo fa emergere la loro intensa attività culturale e il loro profondo impegno politico in anni cruciali della storia italiana. Una documentazione vasta, che in passato solo parzialmente aveva visto la luce, e che oggi diviene finalmente disponibile nella sua integrità.

Recensioni sul sito dell’editore

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Sandro Gentili e Gloria Manghetti

LX-772 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788863725148

 

Benedetto Croce - Giovanni Papini, Carteggio1902 - 1914, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2012

Il 5 settembre 1902 un Papini ventunenne indirizza una lettera formale e ossequiosa a Benedetto Croce, allora già intellettuale di fama europea, per ottenere informazioni su Bertrando Spaventa, Vico e gli hegeliani meridionali. È l’inizio di una corrispondenza che consta di 204 missive e che si protrarrà, con fasi alterne di bruschi allontanamenti e affettuose ricomposizioni, fino al marzo 1914. Il carteggio, ivi pubblicato per la prima volta nella sua interezza, tocca argomenti di grande interesse come i giudizi di Papini e Prezzolini sull’Estetica crociana, la parabola del «Leonardo» e gli indirizzi ideologici di altre importanti riviste di primo Novecento (oltre alla «Critica», «Il Regno», «L’Anima» etc.), il futurismo, il dibattito sulla Logica di Croce e sul “concetto puro”, il Pragmatismo di William James, il sistema hegeliano, la concorrenza editoriale tra Laterza e Carabba, il tema della religione, l’originalità del pensiero vichiano. Grazie a queste lettere si comprendono meglio le ragioni profonde della definitiva rottura tra Croce e Papini, e si aggiungono nuovi tasselli utili per lo studio del fervente clima culturale italiano degli anni precedenti alla Prima guerra mondiale.

Indice del volume

Maria Panetta, DUE “LETTERATI EDITORI” NEL PRIMO QUINDICENNIO DEL NOVECENTO: CROCE E PAPINI FRA POLEMICHE, RIVISTE E COLLABORAZIONI EDITORIALI in Diacritica, Anno VII, fasc. 1 (37), 25 febbraio 2021 sul sito diacritica.it Accessed 30 Apr. 2021

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Maria Panetta

Introduzione di Gennaro Sasso

LXXII-272 pag., cm 17,5x25 Brossura

ISBN: 978-88-6372-274-1

 

Dino Campana, Lettere di un povero diavolo. Carteggio (1903-1931), Polistampa, Firenze, 2011

A coronamento di decenni di lavoro, uno dei più attenti e assidui studiosi di Dino Campana ne raccoglie tutti gli scambi epistolari – compresi alcuni inediti – con l’Aleramo, Boine, Cardarelli, Cecchi, Novaro, Papini, Prezzolini, Serra, Soffici e altri, restituendo un ritratto vivo e fedele del poeta e della nostra letteratura di primo Novecento. Nell’ampio corredo iconografico spicca una fotografia finora ignota che ritrae Campana fra i suoi monti.

«Ricostruire un carteggio è come edificare un tempio: pietra su pietra. È un’opera che richiede tempo e pazienza… Ian Gibson, il biografo di Federico García Lorca, scrive che non puoi mandare nessuno al posto tuo, perché ciò che potresti scoprire non sarebbe visto dall’altro come lo vedi tu. E quando trovi il pezzo che cercavi, la lettera che mancava, quella che ti permette di completare, almeno in parte, il tuo puzzle, è quasi un’estasi. E se così non fosse, non si continuerebbe a cercare: invece ogni giorno ci riserva un’avventura, piccola o grande che sia. Personalmente, ho finito per mettere Dino Campana nei miei sogni. E ciò da quando, nel lontano 1978, pubblicai con Vanni Scheiwiller Le mie lettere sono fatte per essere bruciate, primo carteggio del poeta di Marradi con gli uomini del suo tempo» (dal Prologo di Gabriel Cacho Millet).

L'introduzione al Carteggio (1903-1931) sul sito www.campanadino.it

Editore: Polistampa

Collana: Il Diaspro - Epistolari

a cura di Gabriel Cacho Millet

496 pag., cm 17x2 Brossura

ISBN: 978-88-596-0861-5

 

Elda Garetto e Daniela Rizzi (a cura di),  Archivio russo-italiano VI. Olga Signorelli e la cultura del suo tempo. Vol. I., Università di Salerno-Vereja Edizioni, Salerno, 2010

L’EPISTOLARIO DI GIOVANNI PAPINI E OLGA SIGNORELLI Introduzione e note di Raffaella Vassena

I materiali qui pubblicati provengono dall’Archivio Signorelli, conservato presso la Fondazione Cini di Venezia, e dall’Archivio Papini, conservato presso la Fondazione Primo Conti – Centro di documentazione e ricerche sulle Avanguardie storiche di Fiesole. Nell’Archivio Signorelli sono custodite 90 lettere e 14 cartoline postali scritte da Giovanni Papini a Olga Resnevic Signorelli tra il 1917 e il 1953 e provenienti da Pieve S. Stefano (Arezzo), Firenze, Santa Marinella (Roma), Roma, Civitavecchia, Bologna, Venezia, Capri; a queste si aggiungono 10 lettere, 14 cartoline postali e 6 telegrammi di Papini ad Angelo Signorelli, 7 lettere di Giacinta Papini ad Olga Signorelli, 1 lettera di Gioconda Papini a Olga, Maria, Elena e Vera Signorelli, e 18 lettere di Viola Papini a Olga e Maria Signorelli. Nell’Archivio Papini si conservano invece 204 missive, tra lettere, cartoline e biglietti, scritti dalla Signorelli a Papini tra il 1917 e il 1956 e provenienti da Roma, Olevano, S. Marinella, Napoli, Capri, Terracina, Anacapri, Silvi Marina, Parigi, Grottammare, Perugia; oltre a queste, 50 missive di Angelo Signorelli a Papini. A queste si aggiunge una lettera della Signorelli a Papini, conservata nel fondo di Ol’ga Šor, presso il Centro studi Vjaþeslav Ivanov a Roma. L’epistolario è stato parzialmente pubblicato in: Carteggio Papini Signorelli, a cura e con prefazione di Maria Signorelli, Milano, Quaderni dell’Osservatore n. 19, 1979

Accesso gratuito al testo su ARCA, l'archivio istituzionale ad accesso aperto della ricerca dell'Università Ca' Foscari Venezia

Editore: Università di Salerno-Vereja Edizioni

Collana: Europa Orientalis

a cura di Elda Garetto e Daniela Rizzi

388 pag.

ISBN: 9788862350181

 

Giovanni Papini - Giuseppe Prezzolini, Carteggio. Vol. II: 1908-1915. Dalla nascita della "Voce" alla fine di "Lacerba", Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2008

Secondo volume del Carteggio tra Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini relativo agli anni 1908-maggio 1915, quando i due amici appena ventisettenni, chiusa l’esperienza del "Leonardo" e recuperati spazi di libertà, si dedicano ad una varia ed intensa attività culturale. Sono gli anni della "Voce" di Prezzolini, della partecipazione defilata e sostanzialmente eterodossa di Papini al foglio dell’amico, della fondazione dell’"Anima" prima e di "Lacerba" poi, dell’esperienza futurista; gli anni che precedono il primo conflitto mondiale e culminano con l’entrata in guerra dell’Italia. Una documentazione vasta, oltre 450 lettere, che in passato solo parzialmente aveva visto la luce, e che oggi diviene finalmente disponibile nella sua integrità.

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Sandro Gentili e Gloria Manghetti

LXXIV-602 pag., cm 17,5x25 Brossura

ISBN: 9788884984975

 

 

Giovanni Papini – Ardengo Soffici, Carteggio. III, 1916-1918, La grande guerra, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2007

Carteggio. IV, 1919-1956, Dal primo al secondo dopoguerra, 2003

336 pag.

ISBN: 9788884980465

Carteggio II, 1909-1915, Da "La Voce" a "Lacerba", 1999

462 pag.

ISBN: 9788887114386

Carteggio I, 1903-1908, Dal "Leonardo" a "La Voce", 1991

512 pag.

ISBN: 9788884984159

 

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Mario Richter

272 pag., cm 17,5x25 Brossura

ISBN: 9788884980281

 

 

Aldo Palazzeschi - Giovanni Papini, Carteggio 1912-1933, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2006

La pubblicazione del Carteggio Palazzeschi - Papini (1912-1933) oltre a dare testimonianza della breve, ma intensa consuetudine intellettuale tra due protagonisti del nostro Novecento, offre al lettore la possibilità di avvicinarsi, seguendo gli avvenimenti dal "di dentro", all’officina letteraria e poetica dei corrispondenti, al progressivo e quotidiano impegno per la realizzazione della rivista "Lacerba" e al tumultuoso incalzare degli accadimenti legati al tempestoso rapporto con la pattuglia dei futuristi milanesi. Molti gli eventi, i temi, le aspirazioni e i progetti contenuti nelle lettere, soprattutto nei primi, fruttuosi, anni di dimestichezza e corrispondenza (1913-1914) nei quali, con ritmo vivace, si rincorrono impressioni critiche, auspici di future pubblicazioni, notizie d’incontri e resoconti di progetti futuristi. Naturale è l’emergere, così, della diversa fisionomia umana dei corrispondenti che rende profondamente difformi e quasi dissonanti lo stile e la misura, e che ben si colgono nel personale accento con il quale vengono affrontate confidenze private, amarezze e incomprensioni letterarie. E così, pur trattandosi di un carteggio non particolarmente esteso, comprensivo di sole sessantatre lettere (quarantuno di Palazzeschi, ventidue di Papini), dal suo insieme affiora tra Firenze, Napoli e Parigi nel clima prebellico, un intreccio complesso d’interessi letterari, esperienze avanguardistiche, private traversie personali. Proprio la Grande guerra con il suo carico di lutti e sofferenze segna una frattura, rintracciabile nei fogli del carteggio, oltre la quale trova spazio solo il tono sommesso del ricordo, della pacata riconciliazione, degli avvenimenti familiari, in una parola della giovinezza svanita.

 

Un articolo di Sara Gelli in occasione della pubblicazione del carteggio contenuto in Studi italiani. GEN./GIU. (N. 1), 2007][Firenze : [poi] Firenze : Franco Cesati Editore; Cadmo, 2007.

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Stefania Alessandra Bottini

XLII-134 pag., cm 17,5x25 Brossura

ISBN: 9788884983077

 

Giovanni Papini - Roberto RidolfiCarteggio 1939-1956,  Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2006

L’amicizia fra Giovanni Papini e Roberto Ridolfi nacque quando l'animatore di riviste e d'idee, colui che incoraggiò tante opere e uomini, scrisse al giovane erudito la prima lettera di questo carteggio, invitandolo a collaborare al Centro Nazionale di Studi sul Rinascimento.

La corrispondenza epistolare tra i due scrittori, protrattasi dal 1937 al 1956, è la testimonianza intellettuale di quel sodalizio che li unì, fondato sul comune amore per la storia, su “un’arcana partecipazione allo spirito della loro terra”, Firenze, e per gli uomini che ne espressero lo spirito nel Rinascimento; da tutto questo nacque quella loro “virile fraternità”, che fu anche con Ridolfi “l’amicizia di due cervelli in pena e non la corrispondenza d’amorosi sensi di due cuori confidenti”.

Dall’Introduzione di Anna Gravina

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Anna Gravina

XXXVIII-178 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788884983008

 

Piero Bargellini - Giovanni Papini, Carteggio 1923-1956, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2006

Il carteggio Papini-Bargellini, che copre gli anni dal 1923 al 1956, è un documento esemplare della cultura cattolico fiorentina che ruotava intorno al «Frontespizio», la rivista di Bargellini di cui Papini fu «il fiore all'occhiello e la penna d'oro», come scrive Giuseppe Langella nell'introduzione al volume, ma anche la testimonianza di un rapporto più che trentennale segnato dall'ammirazione e dal rispetto reverenziale del futuro sindaco di Firenze, giovanissimo all'epoca dell' inizio della corrispondenza, per l'intellettuale e lo scrittore più maturo.

Beatrice Manetti su la Repubbica del 5 gennaio 2007

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Maria Chiara Tarsi

Introduzione di Giuseppe Langella

XXXII-428 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788884983190

 

Giovanni Papini - Giuseppe Prezzolini, Carteggio. Vol. 1: 1900-1907. Dagli "uomini liberi" alla fine del "Leonardo", Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2003

Io credo che se qualcosa di meno falso è uscito mai dall’anime nostre; se qualcosa di noi resterà, dopo la morte, nelle anime altrui, lo dovemmo e lo dovremo a quelle fredde feste d’inverno, a quelle fughe in due verso la terra ignuda e l’altezza pura

G. Papini, Un uomo finito 

 

Mi attaccai a lui come a una sorgente di soddisfazioni vitali, che nessun’altra attività mi aveva dato e che nessun altro uomo mi aveva fatto sperare. Papini fu una scoperta ed un tormento; l’ammiravo e l’amavo, e in certi giorni lo detestavo perché sapeva tanto più di me, troppo di più, e ci sentivo una genialità che ora mi scaldava, ora mi soffocava

G. Prezzolini, L’italiano inutile

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Sandro Gentili e Gloria Manghetti

LIV-770 pag., cm 17,5x25 Brossura

ISBN: 9788884981158

 

Mario Novaro - Giovanni Papini, Carteggio 1906-1943, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2002

Quel che garantisce a Papini un ruolo di eccezionale portata nella lunga esperienza della “Riviera Ligure”, pur nella singolarità della sua esperienza, va al di là del valore puramente letterario delle pagine che di lui vi furono pubblicate; in altri termini, come più consono al suo ruolo di grande suscitatore e organizzatore culturale, Papini assicurò alla rivista di Novaro un apporto insostituibile di mediazione fra la Firenze de “La Voce” e di “Lacerba” e l’appartato isolamento della “Riviera Ligure”, favorendone progressivamente la sprovincializzazione, contribuendo a renderla, anzi, nell’ultima fase delle sue pubblicazioni una delle più importanti del panorama letterario italiano. Primo, nel 1906, fra i giovani intellettuali che di lì a un anno si sarebbero radunati attorno alla testata de “La Voce”, nessuno più di Papini favorì l’ingresso nelle pagine della rivista di Novaro dei nomi nuovi della fervida stagione fiorentina – da Soffici a Slataper, da Amendola a Boine, da Vannicola ai più giovani Tommei, Savinio, Ungaretti, ultimo, in extremis, a entrare nel novero dei collaboratori della “Riviera Ligure”.

Dall’Introduzione di Andrea Aveto

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Andrea Aveto

LXXXVI-282 pag., cm 18x25 Brossura

ISBN: 9788884980175

 

Barna Occhini - Giovanni Papini, Carteggio 1932-1956, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2002

Barna Occhini nasce ad Arezzo e si laurea in Giurisprudenza a Roma. Dal 1934, nel periodo in cui la rivista è guidata da Bargellini, Soffici, Papini, è tra i collaboratori del "Frontespizio", di cui diviene capo-redattore. I suoi interessi sono rivolti soprattutto all’arte, in particolare quella del Rinascimento.

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Simonetta Bartolini

In appendice Occhini – Quasimodo Carteggio 1939

XLVIII-272 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788884980472

 

Massimo Carrà (a cura di) Il carteggio Carrà-Papini. Da "Lacerba" al tempo di "Valori Plastici", Skira, Milano, 2001

Le lettere scambiate fra Papini e Carrà, come quelle fra Carrà e Soffici e Carrà e Severini, sono una testimonianza cospicua e di prima mano delle vicende della cultura italiana nel secondo decennio di questo secolo, riflettendola nelle problematiche che essa viveva. Del folto epistolario fra Papini e Carrà disteso sull'arco di un quarantennio ho ritenuto di pubblicare l'intero gruppo di lettere fra il tempo di "Lacerba" e quello di "Valori Plastici" fino quindi al primo dopoguerra, che rispecchiano cioè i momenti di più vivace dibattito culturale. Se dopo l'avventura di "Lacerba" questo dibattito fra Carrà e Papini diviene meno acceso e quotidiano, certamente non cessa ma assume toni più pacati perchè ognuno dei due interlocutori, raggiunta ormai una piena maturità anche creativa, lavora in solitudine, ciascuno nel proprio campo [...] in appendice anche alcune lettere scambiate fra i due interlocutori in anni successivi, quando cioè in tutta Europa si sentiva il bisogno di una profonda ristrutturazione di valori. Lettere che sono la testimonianza di una amicizia e di una stima, e insomma di un rapporto intellettuale durato fino alla morte di Papini nel luglio del 1956. Ne risulta, mi sembra, uno specchio vivo di due personalità notevolmente diverse, ma unite da un'idea dell'arte come impegno totale dell'uomo, dove la spiritualità può realizzarsi al massimo grado.

dalla Presentazione, Stima intellettuale e amicizia, di Massimo Carrà

Editore: Skira

Collana: Documenti del MART

a cura di Massimo Carrà

149 pag., cm 15x21 Brossura

ISBN: 978-8881188994

 

Carlo D'Alessio (a cura di) Carteggi Cecchi-Onofri-Papini (1912-1917), Bompiani, Milano, 2000

Dei due importanti carteggi qui presentati il protagonista centrale è Arturo Onofri (1885-1928), poeta frammentista che ebbe un ruolo di primo piano nella vivace stagione delle riviste di primo Novecento e che la scoperta dell''antroposofia' di Steiner e l'interesse per la musica wagneriana e il Simbolismo francese orientano sempre più verso una produzione poetica spiritualista e 'cosmica'. Accanto a lui, i due più conosciuti corrispondenti, Emilio Cecchi e Giovanni Papini, animano le pagine dei carteggi di questo volume, i quali hanno anche il pregio di collocarsi in una sequenza cronologica omogenea. Infatti il gruppo dei documenti dello scambio epistolare fra Cecchi ed Onofri si concentra nel periodo 1912-1914, mentre quello con Papini si concentra nel biennio 1916-1917, a cavallo dunque dell'esperienza vociana che continuamente vi riaffiora e da queste lettere assume ulteriori preziose sfumature.

Editore: Bompiani

Collana: Studi Bompiani Italianistica

a cura di Carlo D’Alessio

224 pag., cm 13x21 Brossura

ISBN: 9788845242786

 

Reanto Serra, Lettere in pace e in guerra, Nino Aragno Editore, Torino, 2000

Geno Pampaloni, nella prefazione a questo volume che raccoglie più di cento lettere, afferma: «Renato Serra appartiene alla storia della cultura italiana ed europea e, oserei dire, alla storia della libertà». Le lettere indirizzate, tra gli altri, alla madre, a Luigi Ambrosini, a Benedetto Croce, a Giuseppe De Robertis, a Carlo Linati, ad Alfredo Panzini, a Giovanni Papini e a Giuseppe Prezzolini tracciano una sorta di autobiografia di un «europeo di provincia» (secondo la definizione di Ezio Raimondi), come figlio, come studente, come amico, come cittadino, come scrittore e come critico. «La critica era per lui» scrive ancora Pampaloni «un momento del vivere». «La letteratura molte volte è logica, compatta intorno ad un centro solo» annota Serra in una delle lettere alla cugina Tina «mentre la vita ha tutti i centri». Le Lettere in pace e in guerra costruiscono l'esemplare ritratto di un intellettuale che riesce sempre a salvarsi «dalla demagogia delle ideologie»: agli inizi «chiuso lungamente» come lo scrittore dice di sé «in una sorta di prigione di letteratura provinciale e di modestia e di ossequio umanisticamente preciso», riuscì, poi, tappa dopo tappa, a vivere «il suo tempo con appassionata fraternità».

Editore: Nino Aragno Editore

Collana: Percorsi del 900

a cura di Milva Maria Cappellini

Prefazione di Geno Pampaloni

284 pag., cm 13x21 Brossura

ISBN: 978-88-8419-031-2

 

Giuseppe Antonio Borgese, Lettere a Giovanni Papini e Clotilde Marghieri (1903 – 1952), Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1998

Le lettere di Giuseppe Antonio Borgese a Giovanni Papini e a Clotilde Marghieri raccolte in questo volume, oltre a costituire il corpus più ricco ed omogeneo di materiale epistolare inedito fino ad oggi venuto alla luce, rappresentano un 'segno dei tempi' e disegnano un ritratto complesso e composito che si ricostruisce attraverso la fitta trama dei rapporti intercorsi tra il Nostro e i suoi contemporanei, evidenziandone soprattutto la funzione di mediatore culturale tra Croce e il gruppo dei giovani fiorentini del «Leonardo». Emerge inoltre in questa corrispondenza la personalità di un intellettuale che attribuì alla cultura il senso di ricerca incessante dei più alti valori umani come la libertà di pensiero e di espressione. «In ciascun paese credo nella libertà , almeno in quel tanto di libertà senza cui non ci può essere giustizia intelligenza»: qui è la radice del suo rifiuto del fascismo. Tale atteggiamento avvicina la sua figura, per chiarezza di intenti e interiore coerenza, a quella di Giovanni Amendola. Il profilo che si presenta agli occhi del lettore è così quello di Borgese scrittore fedele alla sua missione di uomo di cultura che fra le difficoltà dell'esilio, subìto come quello dell'esule Dante « per patente necessità », la maldicenza e la finale dimenticanza di chi invece era rimasto, trova nell'utopia di un Federalismo Mondiale il senso ultimo del suo esistere. «Poichè dove son io se non nella mia opera?» è la sigla del suo testamento spirituale.

Editore: Edizioni Scientifiche Italiane

Collana: "Istituto per gli Studi di Letteratura Contemporanea «Mario Petrucciani» - Pubblicazioni"

Saggio introduttivo e note di Mariarosaria Olivieri

212 pag., cm 13x21 Brossura

 

Roberto Assagioli - Giovanni Papini,  Roberto Assagioli – Giuseppe Prezzolini, Carteggi 1904-1974, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1998

Su Roberto Assagioli (1888 – 1974), giovanissimo collaboratore del Leonardo e de La Voce, si veda il sito dell’Istituto di psicosintesi da lui fondato a Roma nel 1926, il sito dell’Archivio Assagioli e il volume di Zsuzsanna Tóth-Izsó Letteratura e Psicosintesi. Testimonianze dell'amicizia dimenticata fra Giovanni Papini e Roberto Assagioli, Edizioni Sant’Antonio, 2019

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Manuela Del Guercio Scotti e Alessandro Berti

XXX-246 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788887114195

 

Renato Serra, Il senso del silenzio: Ultime lettere, Esame di coscienza di un letterato, Fara Editore, Santarcangelo Di Romagna, 1995

 

l libro contiene le opere più rappresentative dell’intellettuale cesenate: le Ultime lettere dal fronte
e il famoso Esame di coscienza di un letterato, pagine che affascinano tutti coloro che le leggono.

 

A Giovanni Papini

12 luglio 1915

Caro Papini,

volevo scriverti più lungamente. Il desiderio di quelle due giornate che volevo passare con voialtri a Firenze, come per salutare persone e cose ormai lontane prima di venirmene quassù, mi dura ancora nell’animo. Noi non ci conosciamo molto, anzi ci siamo parlati una volta sola, l’anno scorso; e forse con qualche riserva. Ma oggi mi pareva di aver molte cose da dirti, andando via; anche al di fuori del piacere che mi hanno dato e che mi danno le tue cose scritte; bellissime cose, certo, e mi duole di non poter dir nulla delle ultime; ma mi piacerebbero egualmente, anche se non fossimo amici; e mi parrebbe di offenderti contentandomi di cercare in te solo la bellezza di una pagina letteraria. Ora son qui, sulla spalliera di un fosso, davanti alla buca che mi serve di riparo, a 200 metri dalle trincee nemiche, un po’ arrostito dal sole, un po’ distratto da tutta la ferraglia che ci sentiamo carreggiare, oscillante, panciuta e asmatica, sopra la testa; e mi par un sogno di scrivere e di parlarvi ancora. Qui si pensa al massimo a quel che accade da un’ora all’altra; al nemico e alla guerra non si bada neanche più; tanto è cosa naturale. L’aspirazione più ricca è un po’ d’acqua o una caramella. Vita fanciullesca, assolutamente, se non si vedessero queste facce scavate e invecchiate. Tante cose affettuose anche a De R.

Editore: Fara Editore

Collana: Classici di lingua e cultura

a cura di Alessandro Ramberti

128 pag., cm 12x16,5 Brossura con alette

 

Giannotto Bastianelli, Gli scherzi di Saturno. Carteggio 1907-1927, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 1991

Dall'epistolario di uno dei protagonisti della rinascita degli studi musicali in Italia nel XX secolo, emerge il quadro di un'epoca ricca di fermenti culturali e aperta all'Europa. La drammatica esistenza di Bastianelli - con le sue geniali e feconde intuizioni critiche su musicisti come Strauss, Debussy, Skrjabin, Mascagni, Malipiero, Pizzetti, Schönberg, Ravel, e sul valore della musica italiana dal rinascimento al Settecento - ne rappresenta un paradigma per la novità del pensiero e per il fascino inquietante della figura.

Lettere a Baccio M. Bacci, Odorico Caramelli, Emilio Cecchi, Bruno Cicognani, Guido Maggiorino Gatti, Vittorio Gui, Gian Francesco Malipiero, Ugo Ojetti, Adolfo Orvieto, Giovanni Papini, Carlo Piancastelli, Ildebrando Pizzetti, Carlo Placci, Francesco Balilla Pratella, Giuseppe Prezzolini, Scipio Slataper, Ardengo Soffici, Attilio Vallecchi.

 

Sull’importanza della musica in Lacerba si veda Daniela GangaleIl suono dei futuristi: la musica in «Lacerba» e altre polemiche musicali (1913-1915) su eScholarship Publishing la piattaforma ad accesso aperto della University of California.

Editore: Libreria Musicale Italiana

Collana: Hermes

a cura di Marcello de Angelis

LXV-340 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788870960273

 

Domenico Giuliotti - Giovanni Papini, Carteggio III, 1940-1955, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1991

 

 

Carteggio II, 1928-1939, 1989

VIII-416 pag.

ISBN: 9788884984135

A cura di Nello e Paolo Vian

 

 

Carteggio I, 1913-1927, 1984

XXIV-480 pag.

ISBN: 9788884984128

Prefazione di Carlo Bo

A cura di Nello Vian

 

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Nello e Paolo Vian

VIII-370 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788884984142

 

 

 

 

Francesca Petrocchi, Conversione al mondo. Studi su Piero Jahier, Edizioni Scientifiche italiane, Napoli, 1989

L'indagine sull'opera di Piero Jahier è volta a sottolineare l'appartenenza di Ragazzo al territorio innovativo della cultura novecentesca attraverso un percorso di lettura che segue da vicino l'iter di stesura, e le varianti, dei capitoli del «racconto d'esperienza» - Conversione al mondo è il titolo prospettato da Jahier nel 1915 - sino all'edizione del 1919. La «potente vocazione a esprimere» sempre libera anche «dalla tirannia dell'arte guadagno» è poi evidenziata nei testi, in prosa e in poesia, d'ispirazione «ferroviaria»: da Storia di un carro - edito nel 1914 sulla prestigiosa «Riviera Ligure» e dimenticato dalla critica - di cui si offre un'edizione con varianti autografe, sino agli scritti scaturiti al termine della lunga «fatica d'Adamo» del poeta-ferroviere. La densa inventiva linguistica ed espressiva jahieriana si chiarisce attraverso l'analisi di varianti autografe inedite anche del fondamentale Canto del Camminatore. A testimonianza dell'esperienza morale e intellettuale dagli anni fervidi della «Voce» sino alla sofferta ripresa del canto nel secondo dopoguerra sono edite in Appendice le corrispondenze di Jahier ad Alessandro Casati, Emilio Cecchi e Giovanni Papini.

Editore: Edizioni Scientifiche Italiane

282 pag., cm 13x21 Brossura

ISBN: 978-8871040486

 

Annagiulia Dello Vicario (a cura di), Lettere Papini Aleramo e altri inediti (1912 – 1943), Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1988

In questo libro viene per la prima volta integralmente ricostruito il suggestivo carteggio tra Sibilla Aleramo e Giovanni Papini. Le lettere ridisegnano la vicenda umana e intellettuale di due protagonisti della letteratura novecentesca e illuminano, di scorcio, anni importanti della vita culturale italiana, tra il 1912 e il 1943.

Editore: Edizioni Scientifiche Italiane

Collana: "Istituto per gli Studi di Letteratura Contemporanea «Mario Petrucciani» - Pubblicazioni"

a cura di Annagiulia Dello Vicario

270 pag., cm 13x21 Brossura

 

Giuseppe Ungaretti, Lettere a Giovanni Papini, Mondadori, Milano, 1988

Nei primi decenni del Novecento Giovanni Papini fu una figura di immenso spicco letterario e culturale. Poeta, narratore, critico, e a suo modo “filosofo”, fu anche e soprattutto un prodigioso promotore di cultura, uno scopritore di talenti, un autentico maieuta. Nel 1915, un giovane poeta sconosciuto si rivolge al letterato famoso con queste parole: «Caro Papini, si ricorda di me? Quel tale con un po’ di barba bionda, incontrato in un caffè, una sera, a Parigi». E da allora prende inizio un rapporto epistolare che durerà fino al 1948.

Questo volume, curato con passione e competenza da Maria Antonietta Terzoli, raccoglie tutta la corrispondenza intercorsa tra Ungaretti e Papini, dal 1915 al 1948. Sono trecento lettere circa, e tutte di Ungaretti, perché quelle di Papini sono andate smarrite. La maggior parte sono scritte dalla zona di guerra e da Parigi, nell’immediato primo dopoguerra. Come afferma Leone Piccioni, nell’introduzione al libro, «una lettura fondamentale di questo carteggio va fatta nei confronti della poesia ungarettiana che sta nascendo e che copre tutto lo spazio del Porto Sepolto e dell’Allegria». E infatti queste lettere gettano una nuova luce su quell’evento miracoloso che è la nascita della poesia ungarettiana; e insieme ricostruiscono i tempi e i modi della formazione culturale del poeta, nei suoi rapporti con le più avanzate esperienze letterarie del momento, in Italia e in Francia. Il livello letterario di questo epistolario è naturalmente altissimo: in alcune lettere troviamo i primi abbozzi e le redazioni in prosa di futuri testi poetici; ma non basta, altre lettere si configurano addirittura come veri e propri poemetti in prosa.

Rilevante come documento letterario, questo epistolario illumina anche quella «vita d’un uomo» nella quale Ungaretti stesso scorgeva un legame inestricabile di esistenza e poesia. E’ un episodio fondamentale di questa «vita» rimane l’incontro con Papini, il primo in Italia a consacrare con una storica recensione al Porto Sepolto, apparsa il 4 febbraio 1917 sul «Resto del Carlino», la grandezza di Ungaretti poeta.

 

Rosy Cupo, Lettere ritrovate e carteggi incrociati: Ungaretti, Papini e Marone (1916-1918), in RIVISTA DI STUDI ITALIANI Anno XXX, n° 2, Dicembre 2012

 

Lettere dal fronte. Ungaretti scrive a Papini sul portale «Archivi in Toscana»

 

Livi, François. “DAL 'BOULEVARD RASPAIL' ALLA 'CLOSERIE DES LILAS': UNGARETTI TRA PAPINI E APOLLINAIRE.” Lettere Italiane, vol. 45, no. 4, 1993, pp. 575–591. JSTOR, www.jstor.org/stable/26265208. Accessed 30 Apr. 2021.

Editore: Mondadori

Collana: Saggi e Testi

a cura di Maria Antonietta Terzoli

Introduzione di Leone Piccioni

XXIV-357 pag., cm 15,5x21 Brossura con sovraccoperta

ISBN: 9788804315728

Marin Mincu e Roberto Scagno (a cura di), Mircea Eliade e L’Italia, Jaca Book, Milano, 1987

È noto il posto preminente di Mircea Eliade nella cultura europea contemporanea, ma non è ancora stata messa sufficientemente in luce l'affinità elettiva dello storico romeno, recentemente scomparso, con l'Italia.
Appunto per questo esce il presente volume che testimonia i primi contatti culturali ed esistenziali del giovane Eliade con il nostro paese: per la prima volta si può seguire l'itinerario del grande studioso delle religioni attraverso il diario italiano (1927/28), e la sua tesi di laurea sul Rinascimento italiano, fino ad ora inediti. Ugualmente si può constatare, attraverso la corrispondenza inedita, qui pubblicata soltanto parzialmente, quanto deve Mircea Eliade alla cultura italiana (G. Papini, E. Buonaiuti, R. Pettazzoni, G. Tucci, ... ).

I frammenti dei romanzi giovanili di Eliade, rimasti anch'essi inediti, ci mettono di fronte ad un narratore sorprendentemente attuale. A tutto ciò si aggiungono i contributi originali di interpretazione e di esegesi appartenenti a studiosi e scrittori italiani e romeni, che tentano di approfondire gli aspetti diversi della creatività eliadiana.

Da queste testimonianze, confronti, interpretazioni critiche e testi inediti, scaturisce un altro Eliade, il cui fascino si sta ingrandendo, man mano che si penetra nel labirinto dell'opera.

 

Contiene la corrispondenza fra Mircea Eliade e Giovanni Papini e Papini, io e il mondo capitolo tratto da Il romanzo dell’adolescente miope (ELIADE M., Il romanzo dell’adolescente miope, Jaca Book, Milano 1992[ed. or. Romanul adolescentului miop, suppl. della rivista «Manuscriptum», Muzeul Literaturii Romane, Bucarest 1988]

 

Su Eliade e Papini si veda l’Introduzione di Gianfranco Bertagni al suo libro su Mircea Eliade e l’Italia sul sito www.gianfrancobertagni.it (Gianfranco Bertagni, Lo studio comparato delle religioni. Mircea Eliade e la scuola italiana, Libreria Bonomo, Bologna, 2002)

Si veda anche l’intervento di Corina Gabriela Bădeliță su Mircea Eliade e l’Italia al simposio internazionale 80 anni di italianistica presso l'Università "Al.I. Cuza", Iași, 12-13 maggio 2006

 

 

Editore: Jaca Book

Collana: Di fronte e attraverso/Religioni

a cura di Marin Mincu e Roberto Scagno

404 pag., 15x23, Brossura

ISBN: 978881640190

Giovanni Papini – Armando Spadini, Carteggio (1904 – 1925), All'insegna del pesce d'oro, Milano, 1984

Con tre tavole in bianco e nero, impresso a Milano dalla Tipografia Allegretti di Rodolfo Campi in occasione della mostra di Armando Spadini alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma il 23 novembre 1983 e a Palazzo Strozzi di Firenze maggio 1984.

 

«Quando gli parlai la prima volta, in Porta Rossa, era un bellissimo giovinetto, un po’ schivo e peritoso, e chiuso in un vestitino nero attillato che sapeva d’elegante povertà. La corporatura libera e sottile, il colorito fresco, la zazzera sobria, l’occhio ora estatico e ora fiero gli davano l’aspetto d’un gentiluomo minorenne a caccia di fantasie. Nello Sposalizio raffaellesco di Brera c’è, a destra, un giovane lindo e flessuoso che tronca sul ginocchio la sua bacchetta: cambiato il costume è il miglior ritratto ch’io conosca di Spadini com’era ai primi del secolo. (…) A Palazzo Davanzati, nella stanza del Leonardo, era il favorito di tutti: in mezzo a quella covata di schermagliatori inebriati di pensieri e di superbia egli portava la sua gaiezza naturale e verginale come un fiore di campo in una taverna. E mentre noi si duellava a gran voce scaricando a bruciapelo teorie vecchie e nuove, il nostro Spadini, sopra un canto dell’unica tavola, disegnava sul rovescio delle bozze mostri d’epopee favolose, animalacci avvinghiati e ritratti della popolazione dei sogni. (…) S’aveva poco più di vent’anni per uno e spesso spesso poco più d’una lira in due; ma la poca età compensava la poca ricchezza e ci pareva d’esser qualcosa tra i cavalieri erranti e i consorti del Magnifico Lorenzo.»

Giovanni Papini, dal capitolo Spadini giovane (1926) contenuto in I nipoti d’Iddio, Vallecchi, 1932

Editore: All'insegna del pesce d'oro

Collana: Piccola biblioteca delle avanguardie storiche

a cura di Pasqualina Spadini Debenedetti e Vanni Scheiwiller

83 pag., Brossura

 

Giovanni Papini – Attilio Vallecchi, Carteggio (1914 – 1941), Vallecchi, Firenze, 1984

Il Carteggio copre l’arco cronologico dal 1914 al 1941 e quindi tutto il periodo che costituisce il nucleo fondamentale dell’amicizia tra Papini e Vallecchi ed anche la parte centrale del loro costante e fruttuoso rapporto editoriale. Lavoro e amicizia si intrecciano e di continuo si saldano in tutto l’epistolario, coninvolgendo anche le sfere degli affetti e dei sentimenti privati. Per questo dal confronto tra l’autore dell’Uomo finito e il grande editore emerge un inedito spaccato di storia della cultura che oggi appare come uno strumento indispensabile per chi voglia comprendere la vita culturale e artistica italiana di quegli anni.

Editore: Vallecchi

Premessa di Giorgio Luti

a cura di Mario Gozzini

289 pag., cm 13x19 Brossura

 

Antonio Baldini – Giovanni Papini, Carteggio (1911 – 1954), Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1984

Nel Carteggio A. Baldini-G. Papini (1911-1954) scorre mezzo secolo di storia della cultura italiana, in particolare letteraria, in momenti di acute tensioni e di profonde trasformazioni politiche e sociali, di cui gli Autori furono partecipi o diretti testimoni. Le lettere, curioso e vivissimo documento degli umori e delle vicende personali, superano il limite di privata testimonianza per rendere in aperta e vivace evidenza il significato dell'azione svolta dai due corrispondenti in quegli anni. Consentono infatti di rilevare, nella prima parte del Carteggio, il ruolo positivo ed insostituibile della « Voce» fiorentina, nella seconda forniscono elementi per la ricostruzione - dall'interno - del clima culturale degli anni Trenta attraverso la funzione di Baldini redattore capo della romana «Nuova Antologia» e di Papini collaboratore assiduo di «Frontespizio ».

«Sono trentratrè anni dal giorno che un amico mi ti fece scoprire, in istampato, nella Efemeroteca della Biblioteca Nazionale di Roma: e dal bene che hai fatto a me in tutti questi anni sommo quanto ti debbano le generazioni novecentine. Tutto sarebbe possibile immaginare, tranne questi quarant'anni senza Giovanni Papini.»

Lettera di Baldini a Papini da Roma, 7 gennaio 1941

Indice

Ossani, A. (1985). A PROPOSITO DEL CARTEGGIO ANTONIO BALDINI — GIOVANNI PAPINI FRA IL 1911 E IL 1954. Italianistica: Rivista Di Letteratura Italiana, 14(1), 105-107. Retrieved April 29, 2021, from http://www.jstor.org/stable/23928364

Editore: Edizioni Scientifiche Italiane

Collana: "Istituto per gli Studi di Letteratura Contemporanea «Mario Petrucciani» - Pubblicazioni"

Introduzione e note di Marta Bruscia

240 pag., cm 13x21 Brossura

 

Paolo Bagnoli, Lettere di Piero Gobetti a Giovanni Papini«Nuova Antologia», a. CXVIII, n. 2145, (gen./mar.1983), pp. 361-374

Le lettere che qui presentiamo furono scritte da Piero Gobetti a Giovanni Papini in un periodo di tempo che va dal febbraio 1919 al dicembre 1922. Si tratta di ben diciassette pezzi che denotano l’interesse del giovane intellettuale torinese per l’ormai affermato scrittore fiorentino. Esse, inoltre, rappresentano un qualcosa di più; aprono uno squarcio sui rapporti tra gli intellettuali che agirono in quella feconda stagione della cultura italiana che va dall’inizio del nuovo secolo all’avvento del fascismo.

Alla fine del 1923, rifacendo rapidamente la storia delle debolezze della cultura italiana alla luce dell’affermazione del fascismo, Gobetti osserverà come «La generazione di Prezzolini, intenta nel processo contro gli ultimi trent’anni del secolo XIX, fu irreparabilmente romantica, disordinatamente perduta nella mischia, non abbastanza serena per essere realista. Il fascismo fu anticipato prima della guerra da questo futurismo intellettuale». E pur tuttavia, «La genialità di Papini è la sola ingenuamente e istintivamente rappresentativa di quest’alba che ebbe pure tutti i caratteri d’un crepuscolo»

 

Dall’Introduzione di Paolo Bagnoli

 

E’ disponibile il pdf del saggio sul sito della banca dati C.I.R.C.E. il Catalogo Informatico Riviste Culturali Europee

 

In Nuova Antologia

da pag. 361 a pag. 374 della Rivista

 

Carlo Bo (a cura di) , Lettere domestiche agli amici della Valtiberina (1909 – 1951), Cooperativa Culturale Giorgio La Pira, Sansepolcro, 1982

Il titolo a questo epistolario, Lettere domestiche, ci fu suggerito da Prezzolini quando ce ne dettò la prefazione. L'’ggiunta agli amici della Valtiberina è del prof. Carlo Bo. A noi, questo titolo composito, va bene: la prima parte ci dice il carattere familiare, amichevole che è al fondo di questa corrispondenza (affari minuti, damigiane di vino, raccomandazioni, forme di cacio, rimproveri e rammarichi per ritardi ecc. …); la seconda ci ricorda Papini a Bulciano, frazione di Pieve S. Stefano, Alta Valle del Tevere, dove prese moglie, cominciò a rifurgiarvisi d’estate, vi costruì una villa, e lassù da maggio a ottobre si isolava per i suoi lavori più impegnativi, e fu l’occasione per aprirsi ad una cerchia di persone, stringere amicizie, inviare e ricevere lettere.

Pietro Zazzeri

Editore: Cooperativa Culturale Giorgio La Pira

prefazione di Giuseppe Prezzolini

a cura di Carlo Bo

175 pag., cm 17x23,8 Brossura

 

 

Emanuel Carnevali, Voglio disturbare l’America. Lettere a Benedetto Croce e Giovanni Papini ed altro, La casa Husher, Firenze-Milano, 1981

Emanuel Carnevali (1897 – 1942) poeta, saggista e romanziere fiorentino in lingua inglese, ha uno spazio unico nella storia del Novecento americano. In Italia, fino alla pubblicazione de Il primo dio, avvenuta nel 1978 presso Adelphi, era un autore pressochè sconosciuto.

La raccolta di lettere a Benedetto Croce, e a Giovanni Papini e i saggi sulla poesia italiana del primo Novecento, insieme alle prime traduzioni in anglo-americano di poesie di Palazzeschi, Govoni, Slataper, Jahier, Saba e ancora le lettere al suo primo critico italiano, Carlo Linati, rappresentano un secondo passo per la definitiva acquisizione della cittadinanza letteraria in italia di un poeta che può essere giustamente definito un poeta italiano in lingua anglo-americana.

Nel saggio introduttivo il curatore ha cercato di mostrare il rapporto tra il ventenne ribelle che, nei ghetti di New York, impara a scrivere poesie leggendo, come in un vivo manuale, la rivista fiorentina «La Voce».

Carnevali, dunque, «maledetto discepolo della Voce» dopo aver «provocato» tre anni l’America con una lingua imparata sulle insegne commerciali di New York, si ammala di encefalite letargica e torna in Italia nel 1922. Sarà Ezra Pound il primo ad alzare la voce per farlo conoscere, mentre Carlo Linati sarà il suo primo critico e primo traduttore.

 

Editore: La casa Husher

a cura di Gabriel Cacho Millet

208 pag., cm 13x21 Brossura

 

 

Giovanni Boine, Carteggio. vol. 4, Giovanni Boine - Amici della "Voce" - Vari (1904-1917), Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1979

 

Su Papini e Boine Giona Tuccini ha pubblicato:

Spiriti cercanti. Mistica e santità in Boine e Papini, QuattroVenti, 2007

Voce del silenzio, luce sul sentiero. Di altre pagine mistiche tra Italia e Spagna, QuattroVenti, 2008

Editore: Edizioni di Storia e Letteratura

Collana: Epistolari, carteggi e testimonianze

a cura di Margherita Marchione e Eugene Scalia

Prefazione di Giovanni Vittorio Amoretti

XLIV-692 pag., cm 17x24 Brossura

ISBN: 9788884985668

 

 

Papini - Pancrazi , Le ombre di Parnaso, Vallecchi, Firenze, 1973

Il carteggio tra Papini e Pancrazi prende l’avvio nel 1916 e si protrae per più di un quindicennio, con irregolare frequenza, fino all’inizio degli anni Trenta, mettendo a fronte due personalità, due temperamenti profondamente diversi, e destinati in seguito ad accentuare le rispettive divergenze, ma capaci anche di trovare provvisori punti d’intesa e sedi d’incontro per un’operosa collaborazione. E’ questo il caso della comune cura dedicata all’antologia dei Poeti d’oggi, pubblicata nel 1920, testimonianza di un impegno di critica militante che fa di entrambi degli autentici protagonisti di un momento letterario cruciale (quello post-vociano), necessari per la intelligenza e la definizione di un clima e di un gusto.

Il giovanissimo Pancrazi, convalescente di una ferita riportata al fronte, cerca da parte del più anziano corrispondente, ormai già deluso dal suo ruolo di “enfant terrible” della cultura italiana e avviato verso la conversione e il distacco da una concezione della letteratura intesa come esperienza integrale, un aiuto e una conferma ai suoi entusiasmi umanistici per una religione delle lettere, abbracciata anche come antidoto e riscatto da una oscura accidia, di cui questa corrispondenza ci offre una insospettabile rivelazione. In questa ricerca fra umori di polemica istintiva e urgenze di autentico chiarimento, sono passate in rassegna, con singolare immediatezza reattiva, le voci nuove della letteratura, da Jahier a Govoni, da Serra a De Robertis, da Soffici a Cardarelli, da Prezzolini a Palazzeschi a Saba; contemporaneamente si delinea un bilancio del recente passato (da Oriani a Pascoli, da Fogazzaro a D’Annunzio), ridotto magari all’osso, secondo una disposizione semplificatoria certo discutibile ma proprio per questo tanto più viva e stimolante. E tutta l’area del dialogo è percorsa e illuminata da una costante esigenza di chiarire a se stessi il senso del proprio lavoro e di trovarne la giustificazione morale.

Editore: Vallecchi

Collana: Carteggi di Giovanni Papini

Introduzione di Silvio Ramat

302 pag., cm 14x21 Tela edit. con sovrac. ill.

 

 

Cesare Angelini, Cronachette di letteratura contemporanea (1919-1971), Massimiliano Boni Editore, Bologna, 1971

Una serie assai vasta di "ritratti" tra i più fini e penetranti che abbia la critica contemporanea di alcuni tra i più interessanti autori della nostra letteratura tra l'ultimo Ottocento e il primo Novecento. Nei libro lettere inedite di Papini nel travaglio della conversione e lettere, anch'esse inedite, di amicizia pura a una donna, di D'Annunzio.

 

E’ possibile leggere le lettere di Papini sul sito dedicato a Cesare Angelini

Editore: Massimiliano Boni Editore

Collana: Saggi

Introduzione di Silvio Ramat

260 pag., cm 15,5x22 brossura con sopracopertina

EAN: 9788876223334

 

 

Papini Giovanni, Prezzolini Giuseppe Storia di un'amicizia, 1900-1956. Firenze, Vallecchi, Firenze, 1966-1968, 2 volumi

Il secondo ed ultimo volume di questo carteggio segue la forma di raccolta che sperimentai nel primo, ossia quella del raggruppamento di lettere intorno a nodi o soste dell’amicizia tra Papini e Prezzolini.(…)

Con questo volume ho finito di accompagnare i due amici dall’inizio del loro cammino fino alla morte di Papini. Le loro lettere sono dei documenti umani circondati dal mistero e dalle limitazioni di tutte le vite. Non bisogna chieder ad essi più di quello che possono dare. Alle volte susciteranno più curiosità che soddisfazione. Son lettere che appaiono scritte naturalmente senz’altro proposito che quello di comunicare ad un amico lontano inchieste, notizie, risposte. Non appaiono mai calcolate per il pubblico, sebbene uno dei due avesse piena coscienza di esser un uomo famoso. Ci saranno dei ritegni e dei silenzi, ma non mi pare che ci siano i ritocchi della realtà dovuti alla preparazione del proprio mito che è l’ambizione naturale di chi scrive pensando non al messaggio per i contemporanei ma a quello per i posteri.

Dalla Prefazione di Giuseppe Prezzolini al secondo volume

 

Editore: Vallecchi

Collana: Carteggi di Giovanni Papini

Introduzione di Giuseppe Prezzolini

346, 402 pag., cm 15x21 Cartonato editoriale in tutta tela con sovraccoperta

 

 

 

Altri epistolari

 

·  Tommaso Gallarati Scotti, Lettere di Papini, in "Corriere della Sera", 8 agosto 1956

·  Mario GozziniAnticipi d'epistolario, in "La Fiera Letteraria", 25 novembre 1956

·  Lettere inedite di Papini a Boine, a cura di Leonardo Lagorio, «Stagione», n. 14 [1957], p. 4-10, e n. 16 (lug.-set. 1958), p. 6-12.

·  Epistolario Giovanni Amendola - Giovanni Papini in  Eva Amendola Kuhn, Vita con Giovanni Amendola, Firenze, Parenti, 1960

·  Lettere di Giovanni Papini a Corrado Govoni, in "La Fiera Letteraria", 12 febbraio 1961

·  R. Mel, Lettere inedite Papini-Giuliotti (la conversione di Papini), in "Totalità", anno II, nn. 1, 2, 1967

·  Carteggio inedito Giovanni Papini - Olga Signorelli, a cura di Maria Signorelli, in "L'Osservatore politico e letterario", settembre 1978-79, poi in Carteggio Papini Signorelli, pref. di M. Signorelli, Milano, Quaderni dell'Osservatore, 1979

·  F. Petrocchi D'Auria, Filosofia, cultura e problematica religiosa nel rapporto tra Giovanni Papini e Alessandro Casati, in "Critica Letteraria", III, 1982

 

 

 


 

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